Wollongong 2022, Biniam Girmay: “Van Aert favorito numero uno, poi Matthews e Van der Poel. Iniezione di fiducia essere considerato tra i favoriti”
Bini Girmay è pronto per Wollongong 2022. Salito sul podio U23 un anno fa, il corridore eritreo arriva all’appuntamento iridato élite di quest’anno con una nuova consapevolezza dopo una stagione in cui ha vinto la Gand-Wevelgem e una tappa al Giro d’Italia, tanto che anche dall’esterno è visto come uno dei favoriti. Il corridore della Intermarché-Wanty-Gobert ha spiegato che il ruolo di favorito è per lui un’iniezione di fiducia, aggiungendo però che per lui i favoriti sono altri. Il classe 2000 si è detto anche soddisfatto del suo avvicinamento, nonostante le cadute al Giro di Vallonia e al Circuito Franco-Belga, spiegando di non aver nemmeno sofferto il passaggio dalle Classiche canadesi all’Australia passando per l’Europa correndo il GP di Vallonia.
“Il mondiale è l’evento dell’anno, ma mi concentro come faccio con le altre corse – ha dichiarato a Het Nieuwsblad – Ho corse molte gare WorldTour, ma il mio allenatore mi ha fatto fare anche allenamenti da cinque a sette ore qualche volta. Ho completato la preparazione di cui avevo bisogno. Il viaggio dal Canada al Belgio e poi dal Belgio in Australia? Ci sono abituato da molto tempo. Viaggio quasi continuamente da quando avevo 17 anni. Ho avuto abbastanza giorni di riposo”.
Il ventiduenne sembra aver imparato anche a gestire lo status di star nel suo paese: “La mia vita è completamente diversa. Essere il primo atleta di colore a vincere una medaglia iridata è stato un grande step, poi dopo le vittorie alla Gand-Wevelgem e al Giro è stato tutto pazzesco. Ogni giorno c’era qualcuno alla mia porta per un selfie o un autografo. È stato tutto nuovo, ma in Eritrea la gente rispetta me e la mia famiglia. Ho fatto anche qualche apparizione in tv. Un’emittente dall’Eritrea mi ha invitato e da quella volta ci sono andato quasi ogni mese, ma solo per parlare di ciclismo, tutto il resto lo blocco, perché ho bisogno anche di riposare”.
Con le sue gesta sta crescendo anche l’intero movimento, e questo potrebbe tornargli utile già a Wollongong: “Siamo in sei, tutti professionisti e tutti in forma. Non penso stia a noi controllare o movimentare la corsa, dovremo avere un approccio più tattico, come l’anno scorso a Lovanio. Se nel finale rimaniamo con uno o due corridori, dobbiamo fare le scelte giuste. Natnael Tesfatsion, Amanuel Ghebreigzabhier e Henok Mulubrhan hanno dimostrato di poter gestire una corsa lunga. Mi aspetto che possano portarmi le borracce fino agli ultimi due giri, mettersi al vento e portiamo davanti di tanto in tanto. Sarebbe perfetto, poi dipende da me”.
Il corridore africano ha poi fatto i nomi dei suoi favoriti: “Essere uno dei favoriti è un’iniezione di fiducia, ma c’è anche un aspetto negativo, ora non posso fare più nulla senza che gli altri mi guardino. Ma non ho problemi per questo. Tutto il gruppo è gentile nei miei confronti. Il mio favorito? È una domanda difficile. Non credo ce ne sia solo uno, ce ne sono vari. Metto Van Aert al primo posto. Dietro di lui Matthews, che corre in casa su un percorso adatto a lui, e anche Mathieu van der Poel. Questo tipo di corridori sono favoriti ovunque. Dopo 270 chilometri non saranno soltanto le gambe più veloci a fare la differenza, dipenderà da chi è più fresco e questo non posso ancora dirlo”.
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